Dopo la crisi: insegnamenti e trend – CYP

twitter:title

Con CYP al vostro fianco, sarete preparati al meglio ad affrontare le future sfide professionali raggiungendo così l’autonomia e il successo auspicati.

description

twitter:description

https://www.datocms-assets.com/25771/1671533394-cyp_220917_104.jpg?auto=format&fit=max&w=1200

twitter:image

twitter:card

twitter:site

# La nuova normalità

Oggi viviamo e lavoriamo in un mondo completamente diverso da com’era un anno fa. Il coronavirus non è ancora scomparso, ma una nuova normalità sta prendendo lentamente forma.

Secondo il futurologo Matthias Horx[^1], quella innescata dal coronavirus è una crisi profonda che comporta cambiamenti a livello culturale, sociale ed economico. Negli ultimi mesi molte persone hanno visto con i propri occhi le due facce della crisi: la pandemia ha sicuramente provocato gravi ripercussioni, ma al contempo ha reso necessario e favorito un nuovo inizio. Le crisi producono spesso effetti paradossali: dal terrore può nascere la voglia di ripartire, la paura può trasformarsi nel coraggio di costruire qualcosa di nuovo insieme agli altri. Sia gli individui che i legami sociali possono uscirne rafforzati. Durante il lockdown molti hanno sperimentato una nuova forma di autoefficacia che è stata loro di aiuto per superare questa sfida. L’esperienza vissuta può essere paragonata a una sorta di «rinascita interiore».

[^1]: Matthias Horx, «Die Zukunft nach Corona: Wie eine Krise die Gesellschaft, unser Denken und unser Handeln verändert», Ullstein Buchverlage, 2020

Una crisi offre l’opportunità di cambiare il modo di pensare e il sistema di valori di molte persone. Il risultato può essere una nuova forma mentis collettiva, una nuova consapevolezza condivisa. Dove ci porterà questo viaggio? Abbiamo individuato 10 possibili trend.


La maggior parte di questi trend è osservabile già da tempo, ma la pandemia ne ha accelerato la diffusione, talvolta anche in tempi rapidissimi.

# 1. Il mercato del lavoro deve affrontare nuove sfide
Molte imprese svizzere hanno reagito alla situazione straordinaria in modo incredibilmente rapido e intelligente. Il mercato del lavoro si trova attualmente di fronte a una grande sfida. Nel 2° trimestre del 2020, le aziende hanno pubblicato il 27% in meno di annunci di lavoro rispetto a poco prima della crisi da coronavirus. È quanto emerge dall’analisi dell’andamento dell’Adecco Group Swiss Job Market Index.[^2] Tutte le categorie professionali stanno vivendo un crollo delle offerte di lavoro, ma in misura diversa. Gli annunci di lavoro per le professioni nei settori della tecnologia e delle scienze naturali (-17%) e delle costruzioni primarie e secondarie (-18%) hanno subito una flessione inferiore, mentre quelli per le professioni nel settore alberghiero e della ristorazione e dei servizi alla persona (-39%) hanno registrato il calo maggiore.

[^2]: Adecco Group, [Swiss Job Market Index](https://www.stellenmarktmonitor.uzh.ch/de/indices/asjmi.html), 2020

Inoltre si prevede un massiccio taglio dei posti di lavoro a causa della digitalizzazione, la quale sarà anche responsabile della vera e propria scomparsa di alcune professioni. Nel contempo si stanno sviluppando nuovi ambiti professionali che richiedono competenze finora mai prese in considerazione nei percorsi formativi. Questa problematica trova conferma nella prassi, come emerge da uno studio dell’Ufficio federale di statistica[^3]: oltre il 50% delle imprese svizzere manifesta difficoltà a trovare personale qualificato sul mercato del lavoro. Questa quota sale addirittura a circa il 75% nel caso delle grandi aziende.

[^3]: Bundesamt für Statistik, [Fachkräfte für die Schweiz](https://www.datocms-assets.com/25771/1600414852-blog-4-fachkraefte-fuer-die-schweiz-de200918.pdf), 2011
 
A conclusioni simili giungono anche studi svolti oltre confine. Secondo un’analisi delle tendenze[^4] condotta annualmente dal gruppo PwC specializzato in consulenze, circa l’80% dei CEO vede la difficoltà di reperire le necessarie competenze professionali come un fattore di rischio per la propria impresa. I dirigenti temono soprattutto una perdita della capacità innovativa, e per evitare che si verifichi un simile scenario intendono puntare sull’upskilling (ossia lo sviluppo di nuove competenze a partire dal ruolo attuale) e sul reclutamento di nuovi collaboratori.

[^4]: PwC, [PwC US CFO Pulse Survey](https://www.techrepublic.com/article/80-of-cfos-are-considering-cost-containment-measures/), 2020

# 2. Il New Work si diffonde rapidamente
In tutto il mondo interi team sono passati dall’interazione fisica in ufficio al lavoro da casa, per proteggere dalla pandemia se stessi e gli altri. Gli eventi in presenza hanno lasciato spazio alle conferenze virtuali, e i meeting si sono tenuti ovviamente online. Nessuno avrebbe mai immaginato che questo cambiamento potesse concretizzarsi in tempi così rapidi.

Soprattutto applicazioni come Zoom, Microsoft Teams e Google Hangouts stanno traendo vantaggio dalla nuova modalità di collaborazione. Molto probabilmente queste soluzioni non verranno messe da parte neanche quando il rischio di infezione tornerà a scendere. Secondo uno studio di Gartner[^5], due terzi dei collaboratori preferirebbero anche in futuro lavorare da casa e tenere le riunioni di team su piattaforme virtuali. Il New Work piace.

La crisi legata al coronavirus ha già rivoluzionato il nostro mondo del lavoro e ha anche portato a un innalzamento del livello di intelligenza manageriale, empatia e autodeterminazione.

La rivoluzione non si fermerà qui. New Work significa anche lasciarsi alle spalle il «vecchio». Nella quotidianità lavorativa del futuro acquisiranno importanza qualità come la fiducia negli altri e l’indipendenza. I collaboratori verranno invitati a plasmare attivamente l’azienda e incentivati a dare il meglio di sé. Dovrebbero disporre della massima libertà di azione per poter sperimentare le novità. Anche le interazioni con i colleghi cambieranno: i team lavoreranno in modo agile e interconnesso, autogestendosi e godendo di un’ampia autonomia. Le conoscenze saranno condivise per consentire ai collaboratori e all’azienda di affrontare meglio i cambiamenti. Dovremo prepararci al fatto che le imprese, avendo ridotto i livelli gerarchici, avranno bisogno di meno gerarchie e quindi anche di meno dirigenti. L’autorità deriverà dalla competenza tecnica e specialistica, non dall’inquadramento contrattuale.

[^5]: Gartner, [9 Future of Work Trends Post-COVID-19](https://www.gartner.com/smarterwithgartner/9-future-of-work-trends-post-covid-19), 2020

![](https://www.datocms-assets.com/25771/1601280658-cyp200624115.jpg?ar=736:368&fp-z=1.2&fp-x=0.2&fp-y=0.5)

# 3. L’unica strada percorribile è l’innovazione
La pandemia da coronavirus è uno di quegli shock che può portare le aziende a compiere quel salto nell’innovazione che prima, penalizzate da un approccio non abbastanza creativo e da una scarsa propensione alla «rottura» con il passato, non erano pronte ad affrontare. Nel momento in cui le catene di fornitura si interrompono e i collaboratori sono costretti a rimanere a casa in quarantena, la digitalizzazione e la quarta rivoluzione industriale appaiono tutt’a un tratto molto più interessanti. La trasformazione digitale ha portato con sé numerose sfide e opportunità di crescita. Di conseguenza il modo in cui pensiamo ai nostri concorrenti è cambiato notevolmente perché in molti settori le condizioni di concorrenza sono state del tutto stravolte. Questo vale per banche e fornitori di energia, telecomunicazioni, media, industria dei beni di consumo, musica e intrattenimento, salute e turismo, industria albergheria e mobilità.

La crisi legata al coronavirus sta accelerando la trasformazione digitale e cambiando in modo duraturo i mercati. Gli ostacoli che si contrapponevano a questa trasformazione, come strutture rigide, lacune di competenza e riluttanza a livello dirigenziale, sono stati improvvisamente messi da parte. La digitalizzazione è più di un trend. Si tratta di un processo di cambiamento sociale e culturale, di una nuova tipologia di conduzione e strategia. La maggior parte delle imprese dovrà impegnarsi ancora di più dopo la crisi e sapersi reinventare, altrimenti rischierà di scomparire.
 
# 4. La resilienza conta più dell’efficienza
Ci sono persone che ammiriamo per la loro forza mentale. Anche in situazioni di crisi riescono a mantenere la calma, a tenere sotto controllo le emozioni e a rimanere ottimiste. Queste persone hanno una forte capacità di resistenza psicologica, sono resilienti.

Nel nostro mondo, così dinamico, la resilienza rappresenta un vantaggio decisivo. Perché chi ha davanti a sé molte libertà e possibilità spesso è anche soggetto a maggiore stress, dovendo gestire continuamente situazioni non prevedibili. La resilienza è la capacità di affrontare in modo consapevole l’incertezza e la complessità, puntando anche sull’autodisciplina e la capacità di organizzazione. L’obiettivo è creare una cultura dell’apertura che dia spazio alla creatività, alla sperimentazione e all’innovazione.

Una parte della nostra capacità di resistenza allo stress è determinata dalla genetica, ma la buona notizia è che la resilienza si può allenare, proprio come facciamo con i muscoli. Una persona resiliente commette errori, cade, si rialza e va avanti.

# 5. La Silver Society è in mezzo a noi
La fascia d’età degli over 60 è quella che sta registrando la crescita maggiore in quasi tutto il mondo. Malgrado il coronavirus, nel 2050 questa categoria comprenderà due miliardi di persone[^6], ossia il 330% in più rispetto ai numeri registrati all’inizio del nuovo millennio. L’avvento della Silver Society determinerà conseguenze di vasta portata a tutti i livelli: famiglia, sistema sanitario, formazione, mobilità, comportamento di consumo, sviluppo urbano e naturalmente mondo del lavoro 4.0.

[^6]: Dr. Thomas Würzberger, [Corona zeigt auf: Generationen müssen zusammenarbeiten](https://thomaswuerzburger.com/blog/corona-zeigt-auf-generationen-muessen-zusammenarbeiten/), 2020

Già nel 2024 la quota dei lavoratori con età pari o superiore a 50 anni rappresenterà il 40% del totale.[^6] I nostri team di lavoro saranno composti per quasi la metà da ultracinquantenni. Insieme elaboreremo strategie per impiegare l’intelligenza artificiale a vantaggio dell’azienda, per definire i progetti di digitalizzazione da attuare e per mettere il New Work al servizio della produttività. Le discussioni a tale riguardo vedranno la partecipazione non solo di giovani menti, ma anche dei collaboratori più esperti che avranno voce in capitolo e daranno il proprio contributo. Dunque è importante sfruttare in modo intelligente il potenziale della Silver Society.

# 6. Boom dello shopping online 
Chiusura dei negozi specializzati, coprifuoco, difficoltà di approvvigionamento, grande incertezza: negli ultimi mesi la maggior parte dei settori ha registrato ingenti perdite. Ma non tutte le imprese sono state colpite in ugual misura. Si può dire che la crisi abbia risparmiato le aziende che puntano solo sull’e-commerce. La Posta Svizzera ha dovuto programmare turni speciali per garantire la consegna di tutti i pacchetti. A lungo termine, l’e-commerce di prodotti alimentari potrebbe trarre vantaggio dalla crisi legata al coronavirus tanto quanto altri shop online. Negli ultimi mesi anche le persone che prima erano riluttanti a comprare online si sono convinte dei vantaggi che ne derivano.

![](https://www.datocms-assets.com/25771/1600429426-roboter-105.jpg?ar=736:368&fp-y=0.46)

# 7. Senza la tecnologia tutto va a rotoli
Le persone che fanno shopping online hanno un atteggiamento di apertura nei confronti delle nuove tecnologie. Per il 59% di loro non ha importanza che l’eventuale assistenza venga fornita da una persona in carne e ossa o da una macchina, purché il servizio sia soddisfacente.[^7]
Durante la pandemia molti hanno scoperto nuovi modi per curare le relazioni sociali. Buona parte delle persone intervistate al riguardo si è detta felice di organizzare una videochiamata con gli amici dopo il lavoro o di conoscere nuove persone online. Molto apprezzato è anche il fitness in streaming, con la possibilità di seguire i workout dal salotto di casa. Al contrario, le offerte che si basano sulla condivisione (bike sharing, car sharing, Airbnb) stanno perdendo attrattiva. Si è tornati ad apprezzare di più il fatto di possedere qualcosa di proprio.

[^7]: PIDAS, Whitepaper [Chatbots – Hype oder Helfer?](https://www.datocms-assets.com/25771/1600422903-blog-4-chatbots.pdf)

# 8. Addio al denaro contante
Secondo uno studio dell’ospedale universitario di Ginevra, i virus influenzali possono resistere sulle banconote fino a due settimane.[^8] Questa pandemia sta costringendo il denaro contante alla ritirata. In negozi, ristoranti e musei i clienti vengono invitati a pagare senza contatto o in mobilità. Nell’ambito dello shopping online i contanti non hanno più alcun ruolo.

[^8]: Swissinfo.ch, [Die Schweiz lernt, ohne Bargeld zu leben](https://www.swissinfo.ch/ger/wissen-technik/nach-corona_die-schweiz-lernt--ohne-bargeld-zu-leben/45721390), 2020

L’app Twint, che permette di effettuare pagamenti con il proprio cellulare, registra ogni giorno circa 7000 nuovi utenti.[^9] Anche i piccoli commercianti accettano Twint come mezzo di pagamento nei propri shop online. E nella panetteria di quartiere il pane può essere acquistato scansionando un codice QR. L’utilizzo degli strumenti di pagamento mobili e senza contatto garantisce la protezione dei collaboratori e dei clienti.

[^9]: Finews.ch, [Corona: Twint will die Gunst der Stunde nutzen](https://www.finews.ch/news/banken/41363-twint-corona-wachstum-geschaeftsleitung-strukturen), 2020

# 9. Apprezzate le professioni di rilevanza sistemica 
Quali sono le professioni di rilevanza sistemica? Chi tiene in piedi l’infrastruttura e chi ci consente di continuare a vivere quasi normalmente malgrado il perdurare della pandemia? In questo periodo di crisi, i commessi nei supermercati e nelle drogherie, i conducenti dei mezzi di trasporto pubblici, i postini e gli addetti alla raccolta dei rifiuti si sono guadagnati grande rispetto.

Medici e infermieri sono finiti al centro dell’attenzione e hanno ricevuto molte attestazioni di stima. Durante la crisi ci siamo resi conto degli enormi sforzi che hanno compiuto, anche mettendo a rischio la propria salute. Lo squilibrio tra i benefici apportati da questi operatori alla società e la loro retribuzione è evidente e deve assolutamente cambiare.[^10]

[^10]: Zeit Online, [Applaus vom Balkon reicht nicht](https://www.zeit.de/arbeit/2020-03/systemrelevante-berufe-coronavirus-pflegekraefte-kassierer-wertschaetzung), 2020 

# 10. Un nuovo senso di appartenenza
Si sta diffondendo una nuova cultura della collegialità che non può più essere ignorata: ovunque si vengono a creare nuove forme di socialità, collaborazione e cooperazione. Come si configurerà la nuova società del domani improntata a questi principi? E quali conseguenze avrà per le imprese che intendono organizzarsi proiettandosi verso il futuro?

I social media giocano un ruolo decisivo perché ci fanno sentire uniti in questa situazione.

I più giovani vanno a fare la spesa per i vicini di casa anziani, altri cuciono mascherine e le donano agli istituti di cura, le organizzazioni di utilità pubblica distribuiscono libri ai bambini: ovunque si percepisce un forte senso di comunità. La nostra società cerca di agire in modo responsabile e proteggere i gruppi a rischio. La coesione e il supporto diventano fondamentali, e i vicini di casa all’improvviso non sono più degli sconosciuti, ma persone che ci aiutano a superare la crisi. È molto probabile e auspicabile che questo senso di comunità non svanisca con la fine della pandemia.

![](https://www.datocms-assets.com/25771/1601281907-cyp200624095.jpg?ar=736:368&fp-z=1.1&fp-y=0.6&fp-x=0.4)

# Dalla crisi prende forma il futuro

Prima del coronavirus avevamo una vita frenetica, che ci portava a fare sempre di più, sempre più in fretta, per arrivare sempre più in alto, sempre più avanti. E all’improvviso è piombato il grande silenzio, in aeroporto, alla stazione, nel centro città, allo stadio... Vogliamo davvero tornare alla nostra vecchia normalità? Dopo una crisi si schiudono sempre due possibilità: possiamo intraprendere qualcosa di nuovo e dare al nostro futuro una direzione diversa da quella prevista, oppure riprendere la vecchia vita. 

Proiettatevi nel futuro e immaginate questa scena: è il mese di settembre 2021, siete seduti al tavolino fuori da un bar e vi state godendo il sole autunnale... e riflettete sulla vostra vita: cosa è cambiato? Cosa auspicabilmente non tornerà più come prima?